Accennò pure a “coloro che, per guarire dall’epilessia, succhiano, durante uno spettacolo di gladiatori, con avidità sitibonda, il sangue ancor caldo scorrente dalla gola dei prigionieri sgozzati”. — Apologia del cristianesimo, IX, 10, 13, 14, trad. di L. Rusca, Rizzoli, Milano, 1956.
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